domenica 13 settembre 2015

Dr. Sang Hun Lee incontra Tojo Hideki nel mondo spirituale

Capitolo V

Incontri Nel Mondo Spirituale

Il mondo dei criminali di guerra

Tojo Hideki

Quella che segue è una comunicazione dal mondo spirituale, frutto di un seminario condotto con i leader storici di ogni campo. Lo scopo del seminario è abbattere le barriere fra le quattro religioni, Ebraismo-Cristianesimo, Buddismo, Confucianesimo, Islamismo, leader del mondo Comunista, compreso i Criminali di guerra nel mondo spirituale, aprendo la strada alla pace e all’armonia sulla terra.

Vi sono contenute le riflessioni di 80 leader storici dell’Ebraismo-Cristianesimo, nonché di 13 discepoli di Confucio. Il seminario è stato diretto dal Dott. Sang Hun Lee che durante la sua vita terrena era il Presidente dell’Istituto di Ricerca del Pensiero dell’Unificazione e che è andato nel mondo spirituale nel 1997.

Il Dott. Lee ha intervistato i partecipanti e ha trasmesso questi messaggi che sono stati trascritti dalla Signora Young Soon Kim

Tojo Hideki

21 maggio 1998

Moltissime persone in Giappone hanno in comune una caratteristica nazionale, la tendenza ad affidarsi ad un dio in tutte le cose. La maggior parte delle famiglie segue una qualche forma di fede. Invece questa persona, Tojo, insistette per tutta la sua vita che il dio di se stesso era superiore a tutti gli altri.

La sua incredibile vanagloria, arroganza e senso di superiorità erano molto più grandi di qualsiasi fede potesse avere in una divinità. In parole semplici, la sua idea era: “Non esiste nessun Dio. Dio è morto. Seguite me, invece.”

Era solo naturale, quindi, che sarei stato curioso di scoprire la posizione e la vita di questa persona nel mondo spirituale. Inizialmente non riuscii a trovarlo. In seguito, cominciai a cercarlo seguendo le direttive dei Veri Genitori. I pensieri e la curiosità dei Veri Genitori divennero la mia motivazione per scoprirlo.

Dovetti andare in un posto dove non c’erano né monti né fiumi. Mentre cominciavo ad esplorare quest’area, non potei fare a meno di domandarmi se era mai possibile che qualcuno vivesse lì.

Poi, in un posto particolare, cominciai ad udire uno strano rumore, come se qualcuno gemesse agonizzando. Sembrava che stesse soffrendo terribilmente. Il suono proveniva da una struttura che poteva dirsi a malapena una casa. Era più simile a qualcosa che i nomadi delle aree tropicali della terra costruiscono e poi demoliscono quando alla fine si spostano da un’altra parte.

Guardando più da vicino cominciai a vedere dei segni di vita umana in quel fabbricato. C’erano alcune altre costruzioni simili a quella, sparse qua e là nell’area.

Aprii la porta, che era poco più di un pezzo di corteccia d’albero, e dentro scoprii che alcuni uomini usavano quel posto per viverci. Uno di loro era malato. Chiesi agli altri se quell’uomo aveva mal di testa, ma dissero che non lo sapevano. Allora posi la mia mano su quella del malato e cominciai a pregare perché guarisse.

“Prego nel nome di colui che è venuto come messaggero di Dio. Possa il dolore di cui soffre quest’uomo placarsi.” - dissi.

Immediatamente egli smise di lamentarsi e si mise a sedere. Poi mi chiese: “Chi sei tu, che sei capace di salvarmi dalla mia sofferenza?” Io gli chiesi di presentarsi lui per primo. Chinò il capo e rispose che, poiché l’avevo liberato dal suo dolore, mi avrebbe considerato il suo maestro e dio. Per questa ragione – aggiunse - mi avrebbe detto quello che volevo sapere.

“Mi chiamo Tojo. Mentre ero sulla terra, ho negato l’esistenza di Dio e invece ho preteso di essere io stesso un dio. Ma quando il mio corpo fisico è spirato e sono venuto in questo luogo, ho scoperto che non c’era nessun posto per me qui. Ho cercato di vivere nella giungla. Ho provato ad andare sott’acqua. Sono andato in tanti posti ma non sono riuscito a trovare nessuna persona che fosse contenta di vedermi. Alla fine mi sono stabilito qui, in questa pianura desolata. Ci sono così poche persone qui, che se anche grido di dolore nessuno lo sa. Signore, tu sei il mio dio. Ti prego, salvami”.

Gli dissi che ero il fattorino mandato da Dio. Gli dissi anche che lo scopo per cui ero venuto quel giorno era dargli la salvezza. Non appena ebbi detto questo, il suo corpo si mise a tremare. Si inchinò più volte profondendosi in ringraziamenti.

Gli dissi: “La ragione per cui ho cominciato a cercarti è che il Rev. Sun Myung Moon, che è il Vero Genitore che vive sulla terra, mi ha detto di venire a vedere come vivi qui e trasmettere queste informazioni alle persone sulla terra. Ho ricevuto il permesso di Dio e sono venuto qui più presto che ho potuto".

Tojo disse: “Il Vero Genitore è il tuo genitore, allora come mai ha voluto trovare me? Per quale ragione ha voluto trovarmi?”

Continuai a parlargli dei Veri Genitori. Gli spiegai che il Vero Genitore non è solo mio padre fisico ma anche il messia del Secondo Avvento, che viene come il padre di tutti gli uomini. Tojo voleva sapere se, poiché il Vero Padre era il padre di tutta l’umanità, avrebbe potuto essere anche il padre di una persona come lui, Tojo.

Questa era l’opportunità che aspettavo. Gli dissi: “Sì, è vero. Se solo ascolti le idee del Messia e credi, allora anche tu puoi essere suo figlio. Immediatamente cominciò a dire: “Grazie, grazie, grazie infinite”, e lo ripeté più volte.

Gli chiesi se voleva ascoltare la mia lezione e rispose che sarebbe stato contento di ascoltare qualunque cosa, perché io ero la persona che lo aveva salvato. Così dissi che gli avrei fatto una piccola lezione lì sul posto. Presi il contenuto che normalmente s’insegna in tre giorni e glielo diedi tutto in una volta.

Prima insegnai il contenuto della lezione “Il Messia: la sua Venuta e lo Scopo del Secondo Avvento” e gli spiegai la realtà dell’esistenza di Dio. Poi gli spiegai il contenuto del Pensiero dell’Unificazione e della Vittoria sul Comunismo. Sembrava totalmente affascinato da quelle parole. Poi si mise a piangere.

“Io, Tojo, merito di essere punito di fronte a tutte le persone del mondo, perché sono stato tanto arrogante da mettermi al posto di Dio.” Confessò di essere un peccatore tra i peccatori e mi chiese di dirgli cosa doveva fare. Mi chiese di salvarlo.

Gli dissi: “Un giorno, in futuro, il Messia verrà anche in questo mondo. Fino a quel momento lavoriamo insieme per diffondere le sue parole”. Parve molto sorpreso di questo e disse: “Se faremo questo, ti porterò solo del male. Se lavorerai con me, sarai attaccato anche tu”. Chiese se non ci fosse un altro modo in cui poteva essere salvato. Gli dissi: “Questo è l’unico modo, perciò aspettiamo il Messia con un cuore di espiazione”. Gli chiesi di pregare, di offrire espressioni della sua devozione e di assistermi nel mio lavoro. Dopo di ché feci ritorno.

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